Antiaging Profile
L’Antiaging profile, è in grado di valutare in modo accurato il bilancio globale dello stress ossidativo attraverso una valutazione dell’equilibrio tra la produzione di radicali liberi e il potere antiossidante. Viene utilizzato un test specifico denominato “d-ROMs Test” che consente di determinare, in un campione di plasma o siero, la concentrazione degli idroperossidi (ROOH), generati nelle cellule dall’attacco ossidativo dei ROS (specie reattive dell’ossigeno) su svariati substrati biochimici (glicidi, lipidi, aminoacidi, nucleotidi, proteine, ecc…).
ANTIAGING PROFILE
Dal momento che la concentrazione degli idroperossidi viene espressa in “unità di concentrazione” (U-CARR), è stato dimostrato che campioni di 5.000 soggetti clinicamente sani, presentano valori di U-CARR compresi tra 250-300. Al contrario, valori superiori a 300 U-CARR indicano livelli progressivamente crescenti di stress ossidativo. È stato, inoltre, osservato che i risultati del d-ROM Test, non sono significativamente influenzati nè dal sesso nè dall’età anche se i neonati tendono ad avere valori sensibilmente più bassi mentre le donne gravide più alti.
COS’E’ LO STRESS OSSIDATIVO?
Lo stress ossidativo è una delle cause dell’insorgenza di molti stati patologici e dell’invecchiamento precoce e influisce negativamente sul delicato meccanismo genetico che stabilisce la velocità con cui dovrebbe procedere il processo di invecchiamento cellulare. I radicali liberi dell’ossigeno sono molecole altamente reattive con una potente azione ossidante, dannosa per l’intero organismo. L’ossigeno quindi che è indispensabile per la vita, diventa anche una fonte dannosa di radicali liberi. Circa il 95% dell’ossigeno che respiriamo viene utilizzato dalle cellule per produrre energia, mentre la parte restante produce i radicali liberi. Dal momento che lo stress ossidativo provoca l’invecchiamento cellulare e dei tessuti, uno dei primi segnali più evidenti è l’invecchiamento della pelle con la comparsa di rughe e di macchie cutanee. Il danno cellulare inizia a livello della membrana e può arrivare fino all’alterazione del DNA con conseguenti effetti mutageni. Una certa quota di radicali liberi è comunque considerata fisiologica in quanto un organismo sano presenta uno stato di equilibrio tra la produzione di radicali liberi e la loro neutralizzazione.
Se viene a mancare questo equilibrio fisiologico a favore delle specie reattive, si va incontro a un grave pericolo per l’integrità dell’organismo. Questo squilibrio provoca un danno cellulare più o meno grave che, se non adeguatamente circoscritto, può trasformarsi in danno d’organo o sistemico portando al cosiddetto stress ossidativo. La produzione di radicali liberi non può essere evitata perché rientra nella “normale” attività metabolica, ma è possibile controllarla conoscendo le cause che ne favoriscono la produzione. Tra le cause possiamo elencare:
– Fattori chimici: droghe, fumo, alcol, farmaci (es. pillola anticoncezionale, antibiotici, antitumorali), sostanze inquinanti (es. ossido nitrico, monossido di carbonio, idrocarburi incombusti, nitrati, aldeidi, biossido di azoto).
– Fattori fisici: radiazioni ultraviolette e ionizzanti, campi elettromagnetici, radiofrequenze, microonde.
– Fattori biologici: malattie infettive, parassitosi, infiammazioni, vaccini.
– Fattori mentali: ansia, stress.
– Fattori nutrizionali: errata alimentazione, diete troppo ricche in proteine e grassi animali.
– L’accelerazione esagerata del metabolismo cellulare che può verificarsi dopo uno sforzo fisico intenso e protratto, senza adeguato allenamento.
– Alcuni stati patologici che si accompagnano ad un aumento della produzione di radicali liberi e ad una riduzione delle difese antiossidanti (diabete, M. di Alzheimer, artrite reumatoide, dislipidemie, ecc..).
Un eccesso di radicali liberi ed un cattivo potere antiossidante sono considerati importanti fattori di rischio di invecchiamento e morte cellulare. Una eccessiva produzione di radicali liberi provoca l’ossidazione delle proteine, del DNA e dei grassi; a tal proposito è necessario porre attenzione in caso di intervento con acidi grassi (es. Omega-3), poiché in presenza di stress ossidativo possono risultare inefficaci o addirittura nocivi per la salute.